Sta per chiudersi il primo trimestre del 2007 e cos'è successo in Borsa?
Poco o nulla, a giudicare dai livelli dei principali indici azionari: a Wall Street, ad es., l'S&P 500 è tornato in area 1430 da dov'era partito ad inizio anno e lo stesso può dirsi per i 41400 punti circa del nostro S&P/MIB.
Cos'è cambiato tra fine febbraio ed oggi per riassorbire i progressi fino ad allora accumulati?
Forse niente, o comunque non molto in senso negativo: gli USA decelerano più o meno come previsto (rischi dall'immobiliare, dai
mutui subprime o da chissà cos'altro, ma intanto i consumatori non demordono), d'altra parte però l'Europa e l'Asia vanno anche meglio delle attese; qualche timore per l'inflazione, o perchè potrebbe rialzare la testa (USA ed Europa), o - per contro - perchè praticamente inesistente come in Giappone; restano, infine, i dubbi sulle politiche monetarie, ma non troppo dissimili da quelli che si avevano a gennaio (la Fed dovrebbe restare neutrale almeno nel primo semestre, la
BCE alzerà ancora e cercherà di farlo anche la Banca del Giappone).
Insomma, il quadro macro mi sembra sostanzialmente invariato, ma le Borse sono diventate molto più nervose e volatili. Volatilità che comunque altro non è che tornata su livelli più normali (una sorta di
mean reversion), dopo essere stata a lungo compressa su minimi pluriennali.
Che fare dunque? Diamo uno sguardo agli utili aziendali, che continuano a crescere ad un ritmo soddisfacente (in Europa più che negli USA, a onor del vero), ed alle valutazioni di mercato (P/E 2007 prossimi a 15x negli USA e 12x in Europa), per concludere restando fiduciosi sul fatto che i livelli degli indici azionari a fine 2007 saranno più elevati di quelli attuali.