Friday, April 13, 2007

Tassi BCE al 4% entro giugno

La BCE ieri ha lasciato i tassi invariati al 3,75%, in linea con le aspettative di mercato. Nella dichiarazione di apertura della conferenza stampa che ha seguito la decisione sono stati apportati pochi cambiamenti rispetto alla dichiarazione dello scorso mese. La BCE ha affermato di voler "controllare molto strettamente" tutti gli sviluppi economici per assicurare la stabilità dei prezzi ed agire in un "modo solido e tempestivo" per prevenire eventuali rischi. Queste frasi sono state impiegate verosimilmente per segnalare che un altro rialzo dei tassi verrà effettuato nel giro di un paio di mesi.

Il Presidente Trichet ha sottolineato, infatti, che non vi è intenzione di alterare le aspettative di mercato sui tassi di interesse, che, infatti, concordano per un livello di tassi innalzato al 4% entro giugno. Come al solito, Trichet ha rifiutato di dare qualsiasi indicazione sul probabile percorso della politica monetaria dopo il prossimo intervento, ma, al contempo, alcune sue risposte possono offrire una chiave di lettura sull’argomento.

Infatti, non ha voluto commentare la forza dell’Euro ed il suo possibile effetto sull’economia, né però, d’altra parte, ha trascurato di ribadire che, come a fine 2005 iniziarono le restrizioni sui tassi per contrastare la crescita degli aggregati monetari malgrado il parere contrario di molti osservatori, così oggi la BCE potrebbe agire ancora, a prescindere dalle opinioni prevalenti, sempre con l’obiettivo di rallentare un’espansione monetaria tuttora fuori controllo (l’aggregato M3 cresce del 10% l’anno, un ritmo doppio rispetto a quello target BCE).

Se ne può dedurre che l'autorità monetaria europea è pronta ad elevare i tassi anche oltre il 4%. Contro tale ipotesi, però, giocano almeno tre fattori:

  1. la forza dell'Euro, che troverebbe ulteriore giustificazione;
  2. un eventuale intervento espansivo da parte della Fed nei mesi finali dell'anno;
  3. gli effetti della decelerazione USA sul ciclo economico globale ed di quello proprio dell'Area Euro.

L'inflazione per il momento non è al centro dell'attenzione, ma un petrolio tornato quasi a 70 Dollari al barile non è certo una variabile da trascurare (in questo caso, però, a favore di ulteriori restrizioni monetarie). A mio avviso lo scenario base (60% di probabilità) vede i tassi al 4% per tutta la restante parte dell'anno, mentre uno scenario di rischio (40%) li colloca al 4,25% in settembre: "di rischio" per il fatto che nuocerebbe ai bond europei, all'Euro (che si rafforzerebbe oltremodo), alla crescita economica e, in ultimo, non sarebbe nemmeno gradito dai mercati azionari.

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